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8 donne che cambiano il mondo del cinema - Dal Magazine

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Da Jessica Chastain a Emma Watson e Angelina Jolie, storie e idee di donne rivoluzionarie

Jessica Chastain

Attrice e produttrice, 41 anni, Stati Unitiimage Attenti alle rosse: a Hollywood oggi la più potente è sicuramente lei, Jessica Chastain. All’ultimo Festival di Cannes il suo nome ha campeggiato sulle cronache quotidiane di giornali e siti, da un lato come la voce più dirompente tra le star che hanno calcato il red carpet, manifestando in favore di #MeToo e Time’s Up, dall’altro come produttrice di 355, un megafilm d’azione tagliato su misura per una banda di super eroine. Sullo schermo Jessica ha sempre preferito interpretare donne forti, ma sta dimostrando di esserlo anche fuori: 355  non è una semplice pellicola, ma è un progetto artistico che ha voluto e inseguito con tenacia, nato da una sua idea e cresciuto dentro la Freckle Films, la sua casa di produzione fondata due anni fa e che, fin da subito, ha visto l’affiancamento del manager executive Kelly Carmichael, espertissima ex direttrice della Weinstein Company e Miramax.

Dopo aver verificato varie ricerche di mercato, Jessica Chastain si era resa conto che mancavano totalmente thriller di spionaggio al femminile: «Genere che io invece adoro», ha raccontato, «così ho provato a realizzare questo mio sogno. A creare qualcosa di simile alla serie di Jason Bourne  o dei classici 007, ma non con un unico protagonista: piuttosto con un cast corale di colleghe, ognuna delle quali ha influenzato l’industria cinematografica con il suo lavoro. Ho cercato di coinvolgere attrici provenienti da diverse parti del mondo, perché fosse un progetto davvero internazionale ». La risposta entusiasta è arrivata da quattro nomi top: Penelope Cruz, Marion Cotillard, Lupita Nyong’o e la cinese Fan Bingbing. «Lo abbiamo finanziato in modo indipendente e tutte e cinque siamo proprietarie dei diritti del film alla pari. Mi piace l’idea di costruire un’opera in cui le attrici non sono solo persone da assumere. Mi fa impressione vedere che grandi interpreti come Susan Sarandon o Jessica Lange oggi siano state messe da parte. È un sistema malato, che non funziona. È il momento di prendere noi in mano il potere , gestendolo da sole».

Alla fine il budget di 355 è lievitato a 75 milioni di dollari, trasformandosi nell’affare più ricco trattato quest’anno al mercato di Cannes. E dopo la scintillante presentazione, che ha visto arrivare le cinque signore, in puro stile Bond, a bordo di un velocissimo motoscafo, è diventato anche il progetto più inseguito e venduto in tutto il mondo: sembra che Universal abbia siglato un accordo da oltre 20 milioni di dollari per distribuirlo, più o meno la stessa cifra strappata ai cinesi della Huayi Brothers International e alla francese SND. Per Jessica è una strepitosa vittoria, raggiunta in parte grazie al fatto di avere alle spalle una carriera solidissima come interprete: la prima nomination all’Oscar è con il film The Help, basato sull’omonimo romanzo di Kathryn Stockett, dove interpreta il ruolo di Celia Foote, aspirante moglie perfetta degli anni ’60, che instaura un’amicizia profonda con la sua cameriera nera. Per Chastain segue una seconda nomination all’Oscar e un Golden Globe vinto nel 2012 per Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow. Ha poi iniziato la scalata al successo grazie a Terrence Malick, che la scelse come protagonista di The Tree of Life accanto a Brad Pitt, che con quel film vince la Palma d’oro a Cannes e, da allora, non si è mai più fermata, dividendosi tra film indipendenti e grandi produzioni, da Interstellar a Miss Sloane o The Martian, fino al recente Molly’s Game e il prossimo X-Men-Dark Phoenix in cui la vedremo nel 2019.

Quarantuno anni, nata e cresciuta a Sacramento, in California, figlia di una chef vegana da cui ha ereditato le abitudini alimentari, allieva della Juilliard School, è sposata dal 2017 con l’italiano Gian Luca Pasi De Preposulo. Nel 2012 la rivista Time l’ha inserita tra le cento donne più influenti al mondo. L’impegno verso l’uguaglianza di genere o di razza è una sua priorità e ha tenuto ad affermarlo in ogni occasione, fuori e dentro lo schermo, con l’abilità e la sicurezza di una leader: «Mi piacciono i personaggi al femminile che sfidano lo status quo, che sono capaci di lottare contro il ruolo in cui la società vorrebbe relegarle. In una parola, delle donne che aspirano alla libertà. Non credo che oggi sarei capace di interpretare una tranquilla casalinga, che attende il marito a casa. E del resto, succede anche nella mia vita privata, di tutti i giorni. Non sono in grado di mettermi tranquilla nel ruolo di angelo del focolare. La coscienza sociale fa parte di me, non è un cappello da indossare, è quello che sono. Si può scegliere di starsene quieti e zitti e non avere problemi, ma così fai muovere in qualche modo l’ago della bilancia? Preferisco essere attiva e scomoda per sentirmi viva». Non la spaventa certo, l’essere definita femminista: «Viviamo in un mondo sessista, nessuno può negarlo, nel mondo politico come nella finanza le nostre rappresentanti sono sempre un numero insufficiente. Per non parlare di Hollywood: ho girato più di trenta film, e mi è capitato di essere diretta da una donna soltanto tre volte».

Emma Watson

Attrice e influencer, 28 anni, Stati Unitiimage Il suo volto sarà per sempre legato a quel personaggio, Hermione Granger, la sapiente (a volte persino un po’ saccente) compagna di avventure di Harry Potter: difficile per Emma Watson far dimenticare l’alter-ego con cui l’abbiamo vista crescere dagli 11 anni in poi, per un decennio in ben 8 film. Anche perché la forza e la determinazione che esercitava così bene sullo schermo ha deciso di trasferirla tutta nell’impegno verso il femminismo, a cui si sta dedicando anima e corpo, lasciando quasi in sospeso la sua carriera. Dal 2011 in poi infatti è apparsa in non più di un film all’anno, prendendosi molto tempo per se stessa: «Avevo bisogno di allontanarmi e andare per la mia strada», ha spiegato l’attrice, «per esplorare chi fossi, senza essere messa continuamente sotto un microscopio. Anche se so che a molti questa scelta è sembrata una follia, proprio nel momento in cui mi piovevano offerte da ogni parte».

L’indipendenza è qualcosa che Emma ha imparato molto presto: «Fin dal primo tour promozionale di Harry Potter ho dovuto cavarmela da sola e diventare responsabile di me stessa. Entrambi i miei genitori avevano delle carriere personali da seguire, nessuno dei due poteva lasciarle per accompagnarmi». Così ha sviluppato il carattere, scegliendo anche di lanciarsi in una scommessa pericolosa: concedersi il lusso di cinque anni più o meno sabbatici, in cui prima ha frequentato i corsi universitari per un anno a Oxford, poi, in fuga dalla continua attenzione mediatica dei tabloid del suo paese, si è trasferita in America alla rigorosissima Brown University, dove si è laureata in Letteratura inglese nel 2014. Nel frattempo, oltre a girare un piccolo film indipendente come Noi siamo infinito, di Stephen Chbosky, e Bling Ring, firmato da Sofia Coppola, si è dedicata soprattutto all’impegno sociale, diventando una sorta di influencer modello per le ragazze della sua età: è andata in Zambia a lavorare per la Camfed, una piccola ma efficiente organizzazione che offre scuole e aiuti alle ragazze, spesso ancora escluse dagli studi; poi l’Onu le ha offerto di diventare Ambasciatrice della United Nation Women Goodwill, l’Organizzazione dedicata a promuovere l’uguaglianza di genere. Un ruolo che ha preso subito molto sul serio: «La possibilità di fare la vera differenza non è un’opportunità che viene data a tutti. I diritti delle donne sono qualcosa di così inestricabilmente legato a quello che sono, così profondamente personale e radicato nella mia vita, che non riesco a immaginare un’opportunità più eccitante». Il suo discorso di accettazione (per scriverlo ha ammesso di aver letto e studiato per più di sei mesi), è rimbalzato su tutti i siti del mondo, diventando una specie di manifesto, il primo passo di una nuova campagna HeForShe in cui ha invitato anche gli uomini ad unirsi alla lotta: «Il femminismo oggi è diventato una parola impopolare. Ma per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità. È la teoria dell’uguaglianza politica, economica e sociale dei sessi. Combattere per i diritti delle donne troppo spesso è diventato sinonimo di odio nei confronti degli uomini. Se c’è una cosa che so per certo, è che questo deve finire». Così il video è stato visto su YouTube da più di 8 milioni di persone ed Emma ha ricevuto l’ok entusiasta anche di personaggi come Barack Obama e il principe Harry. Oggi, a 28 anni, sembra avere raggiunto un perfetto equilibrio, ritrovando anche la voglia di lavorare nel cinema: per Disney ha vestito i panni della protagonista nella versione live action di La Bella e la Bestia, rendendola decisamente più libera ed emancipata, per poi calarsi nei pericoli più oscuri del mondo della rete raccontati in The circle, il film ispirato dal profetico libro di Dave Eggers.

«Penso che gli errori che ho fatto nel mio percorso», ha dichiarato Emma recentemente, «mi abbiano resa più forte. L’impegno mi ha anche aiutato a liberarmi della mia tendenza ad analizzare e intellettualizzare troppo: sto imparando che tutti i sentimenti, anche il dolore e la noia, alla fine sono essenziali»

Donna Langley e Stacey Snider

Presidente Universal Pictures e Ceo 20th Century Fox, 51 e 57 anniimage Due fra gli studios più importanti di Hollywood sono attualmente nelle mani di due donne: Donna Langley (in foto) dal 2013 è presidente della Universal Pictures, mentre Stacey Snider dal 2016 regge le sorti della 20th Century Fox Film. Entrambe vi sono arrivate con alle spalle solidissime carriere che le hanno viste, più volte, nelle classifiche delle donne più potenti al mondo. Nata in Inghilterra, sull’Isola di Wight, Donna Langley ha studiato al Kent College prima di trasferirsi negli Stati Uniti e iniziare il suo percorso alla New Line Cinema, dove ha lavorato fino al 2001, anno in cui è entrata nei ranghi della Universal. A lei si devono le serie Fast & Furious, Cattivissimo me, 50 sfumature di grigio, ma anche i film Mamma Mia, A beautiful Mind, fino al disturbante Get out. Nel 2017 il suo studio ha superato i 5 miliardi di dollari al box office mondiale, il suo secondo miglior incasso di tutti i tempi. Per quanto riguarda Stacey Snider, classe 1961, originaria di Philadelphia, due lauree, in questi suoi due anni alla guida della Fox ha realizzato numerose hit di pubblico, tra cui Logan, Baby Boss e Deadpool.

Jennifer Lee

Regista e sceneggiatrice, 46 anni, Stati Unitiimage Quando John Lasseter, co-fondatore di Pixar, ha annunciato le dimissioni da capo di Disney Animation in seguito alle accuse di molestie da parte di alcune dipendenti, la casa di Topolino non ha perso tempo a rimpiazzarlo. Nell’era di Time’s Up e #MeToo, la compagnia ha affidato a una donna il compito di rappresentare la fabbrica dei sogni per eccellenza: oggi Disney Animation ha il volto radioso della regista e sceneggiatrice americana Jennifer Lee, che dividerà onori e responsabilità con il regista Pete Docter (Up, Inside Out). «Sono felice che le donne vengano finalmente ascoltate. Stiamo assistendo a dei cambiamenti importanti, non solo a Hollywood, ma in tutto il mondo», ci spiega lei, convinta che l’industria del cinema si stia già evolvendo. «Ultimamente sono usciti dei film splendidi, diretti e interpretati da donne, che hanno dimostrato l’interesse del pubblico per storie dalla forte impronta femminile», prosegue Lee, che di recente ha adattato per il grande schermo il classico fantasy Nelle pieghe del tempo, sull’accettazione di sé. «Quando ero piccola molti dei modelli a cui aspiravamo erano donne perfette e irraggiungibili, irreali. Ecco perché le mie eroine sono ragazze ordinarie e autentiche, che non si arrendono e sono capaci di atti straordinari. Credo che, quando si infonde la propria energia nel lavoro, lasciando che il lavoro parli per sé, si rassicurano anche gli altri su qual è la direzione giusta da seguire».

A 46 anni ha già infranto qualche record: è la prima donna ad avere codiretto e scritto un film d’animazione Disney (Frozen - Il Regno di Ghiaccio, con cui ha vinto un Oscar, all’origine del tormentone Let It Go), nonché la prima donna alla guida di un film che ha incassato più di un miliardo di dollari. Dopo il debutto di Frozen a Broadway, è ora al lavoro sul sequel cinematografico (che co-dirigerà, ancora una volta, con Chris Buck), in sala dal 12 dicembre 2019. «Ci siamo resi conto che Elsa e Anna ci mancavano e che avevano ancora molte cose da dire. Il primo film è nato da lunghe conversazioni e da una forte connessione con questi personaggi: non abbiamo pensato al clima del momento o a come sarebbero stati percepiti dagli spettatori». Nel secondo capitolo, Elsa potrebbe avere una fidanzata, come richiedono i fan attraverso l’hashtag #GiveElsa- AGirlfriend? Lei non si sbottona, ma risponde: «Vedremo dove ci porterà la storia». Frozen, incentrato su due sorelle definite dal proprio coraggio e dalla propria intelligenza più che dalla ricerca del principe azzurro, ha dato il via ad un’ondata di libri e approfondimenti sull’empowerment femminile: «Mi sento fortunata a fare parte di questa specie di movimento ed è splendido che la gente si faccia delle domande e cerchi un nuovo modo per riflettere su come viviamo». Era preoccupata all’idea di togliere la love story dall’equazione? «Fa sempre paura fare delle cose che non sono state testate prima, ma sono convinta che, se crei dei personaggi dinamici e li rendi protagonisti di un viaggio personale avvincente, il pubblico li seguirà. Sono cresciuta in un periodo in cui la priorità era trovare un uomo e sposarsi e, ad essere onesta, questo modello non mi ha aiutato affatto a trovare la persona giusta» dice Lee, che è madre di una ragazza di 14 anni. «La mia filosofia è: per capire chi sei vivi la tua vita e partecipa attivamente al mondo». Il suo modello di riferimento è sua madre, che ha allevato lei e sua sorella da sola.

Angelina Jolie

Attrice, regista, attivista, 43 anni, Stati Unitiimage Attrice, regista, produttrice, attivista impegnata, madre di sei figli: Angelina Jolie, anche dopo avere smesso di essere la metà della coppia più bella del mondo, ha continuato dritta per la sua strada di donna forte e autosufficiente. Anche se ha ammesso apertamente quanto sia stato difficile affrontare il divorzio da Brad Pitt. A 43 anni si porta dietro un bagaglio di difficoltà pesanti, che evidentemente le hanno insegnato molto. Un’infanzia marcata dal divorzio dei genitori, Jon Voight e Marcheline Bertrand, un’adolescenza ribelle e la rottura dei rapporti con il padre - fino a rinnegarne persino il cognome; la fama di cattiva ragazza, l’irrequietezza sentimentale, la morte della madre per un tumore al seno, lo stesso gene che ha ereditato e che l’ha spinta poi nel 2013 ad affrontare una mastectomia per evitare l’alto rischio di ammalarsi. Nella carriera si è presa in fretta le sue rivincite (due Oscar, tre Golden Globe, il ruolo di protagonista in blockbuster come Lara Croft, l’immagine di donna più bella del mondo) ma è l’impegno per le cause umanitarie che poi è diventato la cosa più importante: ambasciatrice delle Nazioni Unite per i rifugiati ha viaggiato in Cambogia (dove ha adottato il suo primo figlio, Maddox), poi in Africa e in tutto il mondo. Anche il suo ultimo film, di cui è produttrice e regista, conferma questa strada: Per primo hanno ucciso mio padre si ispira al libro biografico di Loung Ung, che ha vissuto da bambina le stragi degli khmer rossi: «L’ho fatto per la Cambogia», ha dichiarato Angelina, «ma anche per mio figlio Maddox, che ha potuto così capire meglio la storia del suo paese».

Sheila Nevins

Documentarista, 79 anni, Stati Unitiimage È la madre del documentario come lo intendiamo oggi: Sheila Nevins è stata pioniera e rivoluzionaria, perché nei 38 anni in cui ha guidato la Hbo Documentary Films (dal 1979 fino al dicembre scorso) ha cambiato l’immagine del racconto del reale, trasformandolo da statico e pesante in qualcosa di veloce e provocatorio. Nella sua carriera ha curato la produzione di più di 1.200 progetti, ha vinto 11 Oscar, 21 Primetime Emmy e un numero infinito di altri premi. Newyorchese doc, nata nel 1939, si è laureata in Fine Arts al Barnard College, ottenendo poi un dottorato in regia a Yale prima di iniziare a lavorare per la United States Information Service a Washington, occupandosi di programmi e documentari da distribuire in tutto il mondo. Poi è passata all’Abc e ancora dopo alla Cbs, con incarichi sempre più importanti. Tra i suoi prodotti più recenti ci sono Going Clear, su Scientology, Citizenfour, che raccontava (in modo molto più avvincente del film) l’avventura di Edward Snowden, la gola profonda di WikiLeaks, e Bright Lights, biografia di una delle sue migliori amiche, Carrie Fisher, e di sua madre Debbie Reynolds. «Se ho seguito una filosofia», spiega lei, «è stata quella di pensare che tutti abbiamo una storia da raccontare. Mi piacciono le persone normali, che spesso sono anche eroiche e più interessanti. Molto meno mi attirano quelle famose, che di solito ti rifilano sempre le stesse monotone storielle già sentite».

Kathleen Kennedy

Produttore cinematografico 65 anni, Stati Unitiimage Se si parla di donne potenti a Hollywood il primo nome è il suo: classe 1953, nata a Berkeley in California, Mrs. Kennedy ha iniziato a lavorare con Steven Spielberg come semplice segretaria di produzione nel 1979, per 1941- Allarme a Hollywood, ma ci ha messo pochissimo a diventare il suo braccio destro. Le cronache raccontano che fosse una pessima dattilografa, ma avesse ottime idee creative. Ha firmato come produttore esecutivo tutti i suoi maggiori successi, da I Predatori dell’Arca Perduta (il suo primo, a soli 29 anni) a Schindler List, fino a Jurassic Park. Nel 1981 ha fondato la Amblin Entertainment, insieme a Spielberg e al suo futuro marito Frank Marshall, lavorando poi con i maggiori registi americani: Martin Scorsese, Robert Zemeckis e Clint Eastwood. Ha vinto 8 Oscar, collezionato 38 nominations e dal 2012 è stata copresidente della LucasFilm, insieme a George Lucas. Quando la società è stata venduta ha fatto l’ultimo salto, conquistando anche la presidenza della Disney: a lei si devono le nuove produzioni di Star Wars, che hanno guadagnato miliardi di dollari. Due figli, un matrimonio inossidabile (lei e Marshall hanno festeggiato nel 2017 i 30 anni di nozze), Kennedy si è guadagnata la fama di sapere essere spietata quando è necessario e di una che parla pochissimo di sé (rarissime le sue interviste). Preferisce agire per portare fino in fondo i suoi progetti: «Credici e sii convinta che ce la farai: è una meta che ogni donna può raggiungere, esattamente come ogni uomo».

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